Ogni tanto adoro regalarmi un weekend in compagnia di me stessa perché mi permette di ricaricarmi, passare il tempo secondo il mio ritmo e seguire le mie passioni.
Così, in uno degli ultimi fine settimana soleggiati di settembre sono andata a Venezia con il proposito di fare un ghost tour alla scoperta delle leggende e dei misteri della Serenissima.

Prima di partire
Grazie a un’amica ho prenotato una stanza in Casa Kirsch, Luxury Inn dell’Hotel “Casa Verardo”, una fantastica residenza d’epoca proprio dietro Piazza San Marco, che vi stra-consiglio se volete assaporare la magia di Venezia per quello che è l’immaginario legato alla città.

Il Ghost Tour da San Marco a Rialto
Venezia offre diversi “tour del mistero”. Io ho seguito quello organizzato dall’agenzia VivoVenetia: un itinerario notturno fra San Marco e Rialto.
L’incontro con la guida (Manuel Meneghel, vedi info a fine post) era previsto per le 19 in Riva degli Schiavoni, davanti all’Hotel Metropole. Da Casa Verardo mi è bastato percorrere la suggestiva Calle degli Albanesi per sbucare a fianco del Palazzo Ducale. Da lì al Metropole sono forse 5 minuti a piedi.

La prima tappa del tour si è svolta davanti all’Ospedale della Pietà, proprio a fianco del Metropole, e in Campo della Bragora, zona legata alla storia del famoso compositore e violinista Antonio Vivaldi.
Vivaldi, che si diceva fosse stato posseduto dal demonio in tenera età, per circa quarant’anni insegnò musica alle “Figlie del Choro” (giovinette orfane ospitate dall’Istituto della Pietà) e secondo la leggenda il suo fantasma si aggira ancora fra l’Ospedale e la Bragora.
Dopo la storia del “Prete Rosso” (così era soprannominato il musicista per via del suo colore di capelli) ci siamo inoltrati nel sestiere di Castello. In circa due ore ho sentito molti altri racconti, alcuni divertenti, altri tragici, ma i più succosi, per me, sono stati quelli del fantasma di Bernardina, del mascherone di Santa Maria Formosa, del “Vecio pien de peo”, della strega e del nobile e della moglie cinese di Marco Polo.

La drammatica storia di Bernardina e del rigattiere Luca da Montenegro è ambientata nel Campiello della Fraterna.
Luca è un marito violento e un bel giorno Bernardina si stufa e lo uccide. Dapprima lo seppellisce sotto la scala di casa ma poi, quando a seguito della prolungata scomparsa dell’uomo, le voci che sia stata lei aumentano, aiutata da un amico, sposta il cadavere, ma viene tradita, condannata e punita con una ferocia che stupisce perfino il massimo cronista dell’epoca, Marin Sanudo.
Prelevata in corte Coppo, le viene amputato il braccio e messo intorno al collo: la povera Bernardina finisce impiccata e squartata. Da allora pare che il suo fantasma si aggiri in questa zona.
Altra storia, questa volta molto meno tragica, è quella del mascherone di Santa Maria Formosa.


Il mascherone fu appiccicato alla parete del campanile della chiesa per spaventare il diavoletto che ogni notte suonava le campane, rompendo le balle a tutto il campo.

In Campo Santa Maria Nova c’è il palazzetto Bembo-Boldù che testimonia, una volta in più, lo stretto legame fra Venezia e le arti magiche, molto praticate in città anche dalle famiglie patrizie.
Sulla facciata, infatti, notiamo una statua inserita in una nicchia, soprannominata “El vecio pien de peo” (Il vecchio pieno di pelo), fatta erigere da Gianmatteo Bembo nel Cinquecento.
Le supposizioni su chi sia il vegliardo dalla lunga barba e dal mantello peloso sono diverse: potrebbe raffigurare Saturno, o il Tempo, mentre sostiene il disco solare; per altri, invece, si tratta di un segno alchemico perché nella raffigurazione è presente una conchiglia particolare, quella di San Giacomo.

Il quartiere San Canzian era famoso fin dal Quattrocento perché si dice vi si praticasse la stregoneria. è di questo periodo la storia fra una ragazza, accusata di essere una strega per aver sedotto un nobile Contarini. Di questo episodio, finito ovviamente male per la donna, ci rimane anche la ricetta del filtro d’amore, estorta con la tortura…

La storia del fantasma della moglie cinese di Marco Polo è una leggenda metropolitana collegata alla corte del Milion e al vicino teatro Malibran.
In corte del Milion abitava Marco Polo con una principessa orientale, suicidatasi perché afflitta da nostalgia per il suo paese.
Qualche secolo dopo, sulle ceneri della residenza della famiglia Polo, sorse il Malibran e durante gli scavi nelle fondamenta del teatro qualcuno giura fu trovato uno scheletro femminile avvolto in ricchi abiti orientali.
Pare che la donna avesse una voce stupenda e c’è chi dice che ancora oggi, nelle notti di luna piena, si senta cantare soavemente, mentre fluttua da una delle finestre che si affacciano sulla corte.
Ma non è finita qui… Ci sono altre storie che vi aspettano! Nei miei due giorni veneziani, infatti, ho seguito anche alcuni itinerari del libro di Alberto Toso Fei “Leggende veneziane e storie di fantasmi” e ho fatto una puntatina al Cimitero di San Michele, a caccia di tombe “famose” 🙂

INFO PRATICHE
Casa Verardo – Residenza d’epoca / Casa Kirsch – Venice Luxury Inn
- Castello, 4766 / 4266 – Venezia
- +39.041.5286138 / +39.041.5286127
- info@casaverardo.it
- info@casakirsch.com
VivoVenetia, agenzia di viaggi
- +39.041.4830469
- info@vivovenetia.com
Manuel Meneghel, guida turistica abilitata, da tenere d’occhio il suo progetto personale: Venezia Libertina