Se abitate a Trieste l’avrete visto camminare per le vie della città, munito di due grosse borse.
Fino a qualche anno fa aveva due particolarità: il look contraddistinto da una certa eleganza e una lunga chioma, che assomigliava a quelle dei sadhu indù.
Il “nostro” non ha la barba e veste ampi cappotti neri a redingote in inverno o giacche e pantaloni morbidi in estate. Nell’ultimo anno si è tagliato i capelli, che ora porta lunghi solo fino alle spalle. Ha occhi scuri e molto penetranti.

Vi è stato un periodo durante il quale passava sotto la casa dove vivevo, si fermava in mezzo alla strada e guardava in direzione delle mie finestre.
Una notte non riuscivo a dormire e andai in terrazza a fumare: lo vidi comparire dal fondo della strada. Come sempre, arrivato all’altezza del mio portone, si fermò e… si mise a cantare guardando nella mia direzione!
Un’altra volta, alla partenza per un viaggio di lavoro, saranno state le cinque del mattino, mentre aspettavo in strada la navetta per l’aeroporto, lui arrivò, sempre con i suoi borsoni, mi passò davanti e svanì nella nebbia.
Per mesi continuò a comparirmi dinnanzi in vari punti di Trieste, poi per un po’ non lo vidi più.
Chiesi in giro se si sapesse chi poteva essere; qualcuno mi disse che si trattava di un musicista di buona famiglia che, persa la testa per amore, ora vagava per le strade.
Gli sono affezionata, è una figura che mi piace e, allo stesso tempo mi inquieta.
L’ho soprannominato “il mio trickster“ (ha qualcosa del folletto, è “mercuriale”, lo associo alla figura del Matto dei tarocchi, ma anche a quella del Mago) perché le sue apparizioni per me segnano invariabilmente l’arrivo di qualche cambiamento.
Voi lo conoscete?