Trieste Magica. La Custode dei Mostri. Intervista a Roberta Cibeu

Il tempo magico della notte di Ognissanti

Anche qui a Trieste, ben prima dell’avvento di Halloween, la Notte di Ognissanti era vissuta, specialmente dai bambini, come un tempo magico, durante il quale si scostava il velo che separa il nostro mondo da quello degli spiriti (ai quali i bambini non faticano a credere).

Io stessa ricordo che si andava in gruppo a bussare alle porte delle case, cantando canzoni e sperando di ricevere, in cambio di una sorta di “benedizione” data da anime innocenti, qualche caramella o cioccolatino.

Nel Veneto, poi, facevamo la “Suca Barùca col mocolo impissà” (con la candela accesa, n.d.r. – qui qualche info in più sul significato e la ricetta del pan di zucca).

La zucca veniva intagliata a forma di teschio e illuminata dall’interno con una candela, proprio come la rapa di Jack-o’-Lantern, condannato a vagare nella terra di mezzo per aver tentato di ingannare il Diavolo.

In fin dei conti, l’idea che i desideri e le paure – che talvolta sono due facce della stessa medaglia – possano, almeno una volta all’anno, come gli spiriti nella notte di Halloween, uscire dalle loro buie tane e correre per il mondo è sempre stata, per noi umani, una questione di “sanità mentale”, né più né meno della tradizione carnevalesca, quando possiamo prendere le sembianze di qualcun altro, perfino di una bestia, senza timore di sembrare matti.

Lasciare liberi i desideri e le paure, magari vestendoli in maniera eccentrica o dando loro una forma buffa, è un modo per farseli amici.

Per questa ragione, all’approssimarsi della fatidica notte, voglio raccontarvi una storia che parla di magia, di paure, di coraggio e di Mostri molto speciali.

c’eraunasvoltaLAB è una specie di officina alchemica nella Cittàvecchia di Trieste

La custode dei Mostri

Roberta Cibeu, ideatrice, insieme a suo figlio Sebastiano, del progetto Mostri113, si presenta proprio così: come colei che “custodisce la magia che ogni Mostro Mangiapaure porta in sé” e come la realizzatrice, trattandosi di un progetto di artigianato artistico, di ogni singolo pupazzo.

Nel suo caso, a differenza di un semplice produttore di bambole o giocattoli, l’appellativo di “custode” è davvero appropriato perché Roberta è anche un’ascoltatrice di storie e una traduttrice di emozioni.

 

«Ho studiato e ricercato nelle fasi dello sviluppo del bambino le paure e le difficoltà ricorrenti. Il mio lavoro, perciò, consiste anche nell’ascoltare storie, sentirle empaticamente e tradurle in un pupazzo mostruoso che aiuti a superare le difficoltà emotive: il Mangiapaure.»

La custode dei Mostri, infatti, dopo anni di lavoro nell’amministrazione, letture tese a indagare l’animo umano, esperienze artistiche in laboratori con bambini e numerosi viaggi, complice un lutto familiare e la fine di una relazione importante, prova su di sé il bisogno di un cambiamento radicale, la necessità di scrivere una nuova storia per la propria esistenza (e per quella di suo figlio).

Roberta e il suo Mostro preferito, il Mangiabua

Per Roberta, insomma, viene il momento di affrontare le proprie paure, o meglio, arriva l’occasione di osservare sé stessa e il mondo che la circonda con occhi diversi.

Quale sia la magia di Mostri113 e perché, se venite a Trieste, vi consiglio di farci un salto, tanto più se viaggiate con bambini, lo scoprirete nell’intervista che segue.


Ciao Roberta, il nome del tuo progetto associa due concetti apparentemente in contrasto: il “mostro” e il “113”, cioè un essere terrifico e un numero di telefono che viene fatto quando ci si trova in uno stato di emergenza. Come fa un mostro a essere d’aiuto in una situazione difficile?

Mostri113 è un nome che viene da Sebastiano, mio figlio. Avevo da poco perso mia madre, mi ero separata dal suo papà e avevamo cambiato casa… Insomma, ci trovavamo entrambi nel bel mezzo di un ciclone esistenziale. Come molti bambini, anche Seba aveva un amico immaginario. Una sera me lo presentò.

«Mamma il mio amico è un mostro buono che mangia i mostri cattivi che stanno nel buio, di notte, sotto il letto. Il mio mostro si chiama Mostro Centotredici.»

Il mitico Mostro Centotredici, capostipite dei Mangiapaure

Era chiaro che Sebastiano stesse parlando del suo dolore. Per me l’abbinamento del mostro al 113, il numero per le emergenze, significò “un mostro che da una mano” e così, quella notte stessa, per aiutare mio figlio a far fronte alla sofferenza, creai il mio primo Mostro Mangiapaure.

Dopo quella notte continuai e ne feci altri. Alla mattina Sebastiano li trovava sulla scrivania e diceva: “Che bello, mamma! Sono nati nuovi mostri.”

In fondo, aveva ragione: in quelle ore, finalmente, potevo dare spazio alla mia creatività e quindi era come se i mostri nascessero da soli. Perché nascevano da una libera espressione artistica che per tanto tempo era rimasta bloccata dentro di me.

Il creare Mostri, però, non è rimasto solo un hobby…

No, infatti è diventato il mio lavoro, quello che ci da da mangiare e mi fa pagare il mutuo.

Sebastiano portava in giro i Mostri e sempre più persone mi chiedevano di farne uno anche per i loro bambini. C’era chi aveva paura del buio, chi non voleva andare a scuola, chi si sentiva triste…

Per un po’ ho continuato a occuparmi anche di amministrazione ma poi… Be’, per quanto folle potesse sembrare, sapevo che i miei Mostri avrebbero funzionato.

Poco prima di morire mia madre disse una frase che non dimenticherò mai:

«Cosa ho fatto io della mia vita?»

Ecco, ad un certo punto ho sentito che avevo un dovere nei confronti della mia vita e che dovevo dare spazio alla mia creatività per mia madre, per mio figlio e per me.

Mia madre che adesso – come dice Sebastiano – è diventata una stella, ha avuto, a sua volta, un grande peso nel progetto. Ho imparato a cucire da lei e, pensa la coincidenza, ho registrato il marchio “Mostri113” proprio il giorno del suo compleanno. Ecco perché, per il c’eraunasvoltaLAB, il 1° Ottobre è un giorno speciale…

Oggi sono contenta di aver seguito il mio istinto e penso che possiamo farlo tutti. Ma, soprattutto, sono la prova che anche una mamma single, che riparte da zero, senza famiglia e risorse economiche alle spalle, può scegliere di cambiare la propria vita.

Be’, pare proprio che la magia del Mostro Centotredici e la stella di tua madre abbiano funzionato! Ma… Il Mangiapaure vale solo per i bambini?

Assolutamente no! 🙂 Un’evoluzione del Mangiapaure, il Mostro Scacciansia, per esempio, è il preferito degli adulti. È più piccolo, discreto, e può stare nascosto in una tasca o servire da portachiavi.

In ogni caso, con la richiesta del Mostro, e spesso si tratta di un Mostro creato ad hoc, arrivano anche tematiche particolari: lutti, disturbi alimentari, blocchi emotivi… Io, però, ci tengo a sottolineare che non faccio psicoterapia.

I miei Mostri sono una consolazione, un tuffo nella parte umoristica dell’infanzia, che riporta anche gli adulti a credere alla magia.

Come fanno le persone a scegliere il loro Mostro?

Ti faccio l’esempio dei bambini. Di solito arrivano con un genitore; io dico loro di fare un giro e guardare i Mostri, poi glieli presento e spiego che poteri hanno.

Ogni mostro è specializzato in un determinato tipo di magia.

I bambini spesso scelgono un certo Mostro perché sono attratti dalla forma e dal colore; se non lo trovano, gliene creo uno che si avvicini a quello che hanno in mente.

E poi, scelto il Mostro, come si fa a far partire la magia?

Una volta trovato il Mostro, bisogna attivarlo. Per prima cosa consegno un foglio di adozione che contiene la data di nascita, i poteri, eccetera, e che rappresenta un’assunzione di responsabilità. Adottare un Mostro non è come comprarsi un peluche.

Il Mostro è uno strumento di comunicazione fra il bambino e chi se ne prende cura.

Dopo il certificato d’adozione arriva un altro foglio, quello sul quale il bambino scriverà la sua paura (una sola) e che il Mostro, poco per volta e con l’aiuto di un genitore, mangerà.

Infine, consegno un trasportino per portare a casa il Mostro perché, non essendo egli abituato a girare per strada, potrebbe spaventarsi.

A casa, poi, bisogna mettere in atto un rituale segreto. Ma siccome è segreto, non posso raccontartelo 😉

Adesso muoio di curiosità… Ti faccio ancora una domanda: fra tanti, qual è il tuo Mostro?

Il mio Mostro è il Mangiabua. Ne ha passate di tutti i colori, ha le mie stesse cicatrici, compreso il cesareo ed è più fotogenico di me. Lui rappresenta tutto il mio progetto.


Intanto, mentre chiacchiero ancora un po’ con Roberta, l’occhio mi cade su un meraviglioso Pippimostro. Chissà che poteri ha…

«Il Pippimostro è davvero un Mostro speciale. È uno scacciacaos. Va molto bene anche per gli adolescenti.

Ti porta fuori dal buio aiutandoti, con il suo radar, a non sbattere contro gli ostacoli. E può stare sottosopra, per farti vedere le cose da un altro punto di vista.»

Ringrazio Roberta per la sua gentilezza e disponibilità. Il Pippimostro mi ha già catturata e… Sapete come finisce questa storia?

Dopo un po’ di tempo sono ritornata e me ne sono portata a casa uno, la fantastica Lara. Io vi consiglio di fare lo stesso: la MAGIA funziona! 🙂


INFO PRATICHE

www.mostri113.com

c’eraunasvoltaLAB
Via Androna della Pergola 1 incorcio via Sporcavilla, 34124 Trieste
Tel. +39 348 3818259
info@mostri113.com

Orari di apertura
mar-giov-ven: 9.00-12.30 e 16.00-19.00 | merc-sab 10.30-18.30 | dom-lun chiuso


Mostri113 su:

 


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